Citoyens, vous répresentez-vous l'avenir?

Author: Monsieur Henri /


Questa frase appartiene ad uno dei miei personaggi preferiti della letteratura, Enjolras de Les Misérables. Egli è il capo dei giovani rivoluzionari dell'ABC, che combattono nella rivoluzione del 1832 a Parigi.
Non ha una vera identità, ma il nome Enjolras programma il suo ritratto: è l'angelo, “angéliquement beau” e “formidable chérubin”, l’angelo della libertà che riprende quell’arcangelo della morte che era Saint-Just. Nuovo Antinoo, dai capelli biondi sparsi al vento e dagli occhi azzurri abbassati davanti a tutto ciò che non è la repubblica , è colui che, più d’ogni altro, conserva la fede nell’“apocalypse révolutionnaire”, tanto esperto da sembrare averla vissuta di prima persona. E’ l’uomo-dio, l’uomo-angelo, fatto di luce e di cristallo, il giovane che ha dedicato la sua vita ad una sola “passion, le droit”, ad un solo pensiero, “renverser l’obstacle”. Novello Gracco, novello Saint-Just, l’amante marmoreo della Libertà non ha che una scuola: 93.
Per lui, essendo la situazione violenta, anche i metodi immediati per porre un rimedio a lei devono essere violenti. Egli appartiene alla razza marmorea dell’arcangelo della morte, ma, se è vero che incarna la Libertà, rivolta tanto verso la Repubblica universale che verso il 93, è anche un guerrigliero realistico, che conta gli uomini e le cartucce, e anche un bambino capace di piangere sulla selvaggia della morte. Egli condensa in sé i due aspetti della Rivoluzione che Hugo distribuirà, nel suo Quatrevingt-treize, in Gauvain, il giovane profeta della conversione della società in comunità effervescente ed amante, e Cimourdain, il carnefice-prete, ministro delle necessità inesorabili.
E’ il 93, è vero, ma è anche l’uomo giusto, che giudica prima di giustiziare, al contrario delle forze monarchiche, che piange (ed è l’unica volta della sua vita, probabilmente) quando deve uccidere un artigliere nemico, giovane, simile a lui in tutto e per tutto ; non ha amanti, se non la Patria , non ha gioie, eppure tutti i suoi discorsi sono capolavori di umanità, in cui le parole più frequenti sono “progresso” e “avvenire”. Ed è proprio lui, l’esaltatore dell’avvenire in cui “personne ne tuera personne, la terre rayonnera, le genre humain aimera” , l’unico sicuro del proprio destino: “quant à moi, contraint de faire ce que j’ai fait, mais l’abhorrant, je me suis jugé aussi, et vous verrez tout à l’heure à quoi je me suis condamné”. E’ un destino che egli ha scelto di sua spontanea volontà, sa che morrà lì, sulle barricate, ma non ha un rimpianto, uno solo, per la sua scelta: sa di essere la Rivoluzione nel suo momento più critico e difficile, sa che la sua venuta è indispensabile per far trionfare i Sacri Principi, ma sa altrettanto bene che il 93 muore, è destinato a morire.
E sarà infatti l'ultimo a morire, giustiziato frettolosamente come aveva giustiziato frettolosamente il sergente di artiglieria, ma la sua morte, la morte della Rivoluzione e del 93, è una delle pagine più gloriose e vive dell'intero romanzo: vedendolo illeso, bellissimo, freddo e suberbo, i soldati esitano a premere il grilletto per giustiziarlo: “Il me semble que je vais fusiller une fleure”, mormora uno. E il fiore cade, abbattutto da otto proiettili, ma non cade solo: Grantaire, l'eterno scettico, incredulo su tutto fuorché su Enjolras stesso, lo vede, si alza e gli stringe la mano: “Vive la République! J'en suis.” , esclama.
Il giovane dio senza emozioni lo guarda e sorride.
E' il primo e l'ultimo sorriso: otto proiettili gli attraversano il cuore.

Il compito di Enjolras è gravoso, pesante per un giovane di vent’anni: in soli due giorni dovrà mostrare al mondo, a quel popolo che abbandona i rivoluzionari, che il 93 non è solo la grande calunnia della Rivoluzione, ma che ha portato anche all’affermazione di quei diritti che vengono continuamente calpestati. Non ci deve essere nulla di “illegale” nel suo operato e nella lotta che egli porta avanti: “L’assasinat est ancore plus un crime ici qu’ailleurs; nous sommes sous le regard de la rèvolution, nous sommes les prêtres de la rèpublique, nous sommes les hosties du devoir, et il ne faut pas qu’on puisse calomnier notre combat ”, esclama Enjolras dopo aver giudicato un uomo colpevole di omicidio . La sua freddezza, la freddezza della ragione, di quella parte del Terrore che si basava sull’universalità della legge, per cui Robespierre mandò al patibolo il suo migliore amico, Camille Desmoulins, è anche la sua maledizione: è grande, è freddo, lui, l’amante marmoreo della Rivoluzione, e per questo è solo, è inesorabile: e così deve essere la Rivoluzione, giusta, alta, sublime, gelida ma anche molto umana.
Ed è per questo che i pochissimi atti di umanità di Enjolras sono forse tra i più commoventi di tutto il romanzo, proprio perché sono la freddezza di chi ha dedicato tutta la sua vita all’ideale che si riconosce bisognoso di calore: sono solo due baci e una lacrima, il manifestarsi della sua umanità, ma è più che sufficiente, non c'è bisogno d'altro. I due baci sono per il vecchio convenzionale, M. Mabeuf, morto mentre risollevava la bandiera della repubblica, la lacrima per l'artigliere che potrebbe sembrare suo fratello. Anche Mabeuf è una delle figure del Terrore, il vecchio “effrayant” che sale le barricate nella “clarté sanglante de la roche”, “le spectre de 93 sorti de la terre, le drapeau de la terreur à la main” . Egli completa la figura di Enjolras, giovane, bello, dalla parola ispirata, con la sua vecchiaia, la sua bruttezza e il suo infinito silenzio. E questo è il Terrore, questa è la Rivoluzione per Hugo, giovane e vecchia, bella e brutta, dalla magnifica parola alata e dal sepolcrale silenzio, una figura che morirà trapassata dalle pallottole, ma che avrà sempre sulle labbra quelle parole alate che oltrepassano ogni età, ogni epoca, ogni condizione: “Citoyens, vous représentez-vous l'Avenir?”

Nel musical Les Misérables di Boubil-Schönberg (da cui è tratta l'immagine qui sopra) egli ha una parte molto importante, se non fondamentale, maggiore di quella a lui destinata nei vari film, che comunque non sono riusciti a ricreare questo personaggio freddo come il ghiaccio e caldo come il fuoco. Ecco una delle sue arie:

It is time for us all
To decide who we are
Do we fight for the right
To a night at the opera now?
Have you asked of yourselves
What's the price you might pay?

Red - the blood of angry men!
Black - the dark of ages past!
Red - a world about to dawn!
Black - the night that ends at last!

E il coro che conclude la sua prima scena:

Enjolras:
Do you hear the people sing?

Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!

Combeferre:
Will you join in our crusade?
Who will be strong and stand with me?
Beyond the barricade
Is there a world you long to see?
Courfeyrac:
Then join in the fight
That will give you the right to be free!

All
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!

Feuilly
Will you give all you can give
So that our banner may advance
Some will fall and some will live
Will you stand up and take your chance?
The blood of the martyrs
Will water the meadows of France!

All
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!

Il mondo pensi a queste parole.

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