Laurea

Author: Monsieur Henri /

La chiameranno Laurea Triennale. Diranno anche che non vale niente, che è solo un foglio di carta, però, cavolo! Sei laureato dopo!! Ed è la tua creazione, tua e tua sola. E' stata un'esperienza indimenticabile, a volte folle, a volte disperante. Non avevi il coraggio di scrivere una riga di più, ma non potevi lasciare quella pagina in bianco. Però ce l'ho fatta. E non dico "wow, mi sono laureata non credevo mai di farcela!" o simili, perché non sarebbe vero. No, ce l'ho fatta perché ho parlato di Alessandro! De Romanzo di Alessandro, il mio piccolo tesoro, e della sua morte in particolare. Se mi chiedo perché ho scelto proprio la morte, ci sono migliaia di risposte accademiche che mi vengono in mente, ma la mia vera risposta è che è il momento in cui lo sento più mio. Il momento che mi fa piangere, il momento che mi rattrista di più e che insieme me lo rende più vicino perché più umano. Muore, la sua anima sale al cielo, ed è lì che lo guardo, ed è da lì che mi protegge.

E' stata una tesi molto affrettata, troppe cose da dire, 90 pagine mi è venuta, forse troppo per una triennale. Ma quando avrei dovuto decidere la mia dedica, ho scoperto che sarebbe stata a lui stesso, e allora non l'ho messa. La seduta è stata lunga, c'era freddo, erano venuti la Benny, Corra e la Giuly, oltre a Paolino, la Chia e Robbi (loro due si laureavano lo stesso giorno), e anche Diego è venuto, poveretto gli ho fatto prendere un crepo allucinante! Renzo mi ha fatto la domanda "ma che cosa vuoi fare nella tesi biennale?" risposta: "editare la lambda", e la Lucy mi ha fatto una bastardissima domanda a tradimento, facendomi delle osservazioni su Ptolamaois o Philippos, trovando una spiegazione che non stava né in cielo né in terra, al che Cami ha subito detto "Magari è un patronimico macedone!". Vabbé!!! Mi ero detta "ok non scoppiamo a piangere, siamo persone serie"... cvd-> pianto come un'idiota mentre mi mettevano la corona! Cavolo, avevo Alle al collo, mia madre me l'aveva lasciato, era lì, era solo mio!!

La sera la Benny e Richi mi hanno portato fuori a festeggiare, e io stavo OVVIAMENTE per addormentarmi sul tavolo. Ma sono troppo carini *_*

Il problema, il VERO problema... è stata la FESTA. Ora... io avevo fatto l'ENORME errore di chiamare i padovani... i mostri... gli esseri schifosi, alias Khito e Marco, oltre alle mie care COmpagne degli Sfigati, Dora e Ele, più mostro Stefano, gnomo Nick, Moniv e ovviamente Corra accompagnato dal Rabbo. Ora, io mi aspettavo cose terribili, ma non COSI terribili! Prima di tutto, laurea padovana: leggasi leggere un fogliettino microscopico IN INGLESE con l'accento di Oxford, e ogni volta che ci si sbagliava ricominciare da capo dopo aver bevuto quel maledetto coso che è l'Aperol! ok, sono QUASI sopravvissuta. Ma il peggio è stato "Cate, ora ti diamo i regali" E io: "Ma nooooo non dovete..." E mi tiranofuori prima un paio di manette, poi un frustino, e infine... il completo in non so quale malefico tessuto da SADOMASO!!!! Il tutto imitando la pubblicità della mastercard... l'ultimo, dopo 300 (almeno quello era normale come regalo!), era solo un biglietto "Vedere la tua faccia quando scoprirai che dovrai indossare tutto questo davanti agli invitati..." Ecco, la mia faccia fu O___________________O

Ma l'ho fatto, signori, l'ho fatto e ci sono foto a testimonianza!! CHE FIGURA DI MERDA!!!! Ma in fondo voglio bene a quei cosi puzzosi!!! Il povero Paolo era distrutto dall'alcol, e io tranquilla come una pasqua me ne sono uscita con il completino (e gonna, quella l'avevo aggiunta!!) per cercar di farlo stare meglio, ma insomma, non è andata al max!!!

Vabbé!! Alle due il luogo (la Ragnatela) chiudeva, indi ci siamo incamminati a PIEDI verso la casa della Chia, ci siamo arrivati verso le 4 secondo me! E l'Ele doveva prendere il treno alle 7! Indi che facciamo? NON si dorme!!! XDXD Io, Dora, Ele e Khito (con special guest star Paolino) a chiacchierare come dannati aspettando l'ora, ci siamo poi messi in marcia (io MI ERO CAMBIATA), abbiamo fatto montare la piccola sul treno e abbiamo aspettato l'ALTRO treno (della Compagna e del Mostro) che partiva tipo alle 8.30 o simili! Caffé a LITRI!!! Quando li ho visti scomparire, sono ritornata dalla Chia e mi sono infilata nel suo letto! Erano le 9.30. Ho... diciamo... dormito... per un'ora, poi ci siamo rimessi in piedi e nel primo pome ci siamo scambiati i regali, noi 4 eletti!! Fleurs di Battiato per me, il Narek per la Chia, dei quaderni per poesie per Robby, un libro sul maiale e sulle sbronze a Paolino. La faccia di mio padre quando ha visto il mio sguardo è stata: -_-" "Che ore hai fatto???" Ovviamente l'ora è anche stata detta, ma tutto quello prima NO!!! XDXD

Morale della favola, sono tornata DISTRUTTA!!! XDXD

Però mi sono divertita un mondo, ragazzi, anche se mi picchiate e dite che mi volete male, ragazze, le TMB nonché Arpie, Benny tesora, Richi, Rabbo e Amore mio!! e poi i miei 3 laureati preferiti... VI VOGLIO UN BENE DELL'ANIMA!!!

E grazie moltissimo anche a chi non c'è stato ma c'è stato, in primis Marcello che poveretto si è subito i miei sfoghi imperterriti, e Daniele che mi ha tirato buca all'ultimo momento (PIGRONE DI UN BA!)!! Grazie moltissimo, vi voglio benissimo!!!

Macedonia - Where I left my heart

Author: Monsieur Henri /


Quando mi riferirono che l'Università di Bologna organizzava un viaggio in Macedonia - nella Macedonia antica, la chiamavano "Grecia del Nord"- all'inizio ho pensato solo che si trattava di un magnifico sogno. Ho pregato di non svegliarmi. E invece era vero. Era tutto vero.
La compagnia non mancava: Paolino, Robbi, Alex Melega, e poi altra gente che non conoscevo all'inizio, ma con cui mi sono molto divertita! Tipo i membri del SFC (Sully Fan Club) e ovviamente, anche se li conoscevo già, i FFTP (Fork For The Pork, mitico gruppo fondato da Paolino, con i membri: Paolino, Robbi, Alex Melega, Claudia e Andrea, più la sottoscritta nel ruolo di voce femminile, piano e suonatrice di carte di Uno!).
Cominciamo dal viaggio: in NAVE da Ancona a ... ehm... non mi ricordo, diciamo sul versante ovest della Grecia. Viaggio di notte, previa discoteca a bordo (e io in pigiama ma VABBE), camerata folle! Discendiamo ricordandoci di portare le due mitiche prof, la Brizza e la Scaglia, e c'è la nostra guida, la nostra mitica guida, cioè Alexandros! Un tipo Sully della Signora del West, capello lungo, tra il biondo e il castano, occhi azzurri, fisico da cowboy e soprattutto un'incredibile amore per i cani! Sempre dietro li aveva, sembrava il pifferaio di Hamelin! E tutte, soprattutto le SFC, innamorate perse di lui, il nostro coccolo che aveva uno sguardo da cane abbandonato!
Prendiamo il pulman! Ora, voi non saprete MAI cosa sono le curve se non avrete provato quelle dell'Epiro. Allucinante!!

Però... però era Epiro. La casa di Olimpiade. Il luogo dove Alessandro fu mandato in esilio da suo padre dopo il banchetto in cui Attalo lo aveva chiamato 'bastardo'. Ecco, vedendo quei monti, c'era qualcosa di meraviglioso che cresceva in me, era spettacolare. Era finalmente come doveva sempre essere, io nella sua terra. Prima fermata a Dodona, il più antico santuario di Grecia, dove sorgeva l'antica Quercia che i cristiani distrussero. C'era un tempio di Eracle, forse Alessandro era andato lì, sicuramente l'aveva visitato. Ho tirato un sospiro di sollievo. Ero a casa, finalmente.

La notte, come tutte le notti seguenti, le abbiamo passati a Tessalonica (o Salonicco): c'era una statua (penso di epoca moderna, aveva l'aria degli anni 60/70) proprio sul mare di Alessandro, con la spada sguainata e mentre guardava il cielo in groppa a Bucefalo. Sì, era quello il luogo dove il mio amore era rispettato, era veramente conosciuto, era quasi come il santo protettore della città. Santo cielo, c'era l'Alexandrou odos, c'era la piazza Aristotele, ci può essere qualcosa di meglio??

Il giorno dopo siamo andati ad Olinto. E' una città che si ribellò a Filippo e che Filippo distrusse dalla prima all'ultima casa, come farà poi Alessandro con Tebe. C'erano 20 cm di muro in altezza per ogni casa, ma c'era veramente TUTTO!! Con un cielo terso, alberi bellissimi, insomma, una cosa bellissima! Al ritorno, siamo andati allegramente al museo di Tessalonica, dove io ero convinta ci sarebbe stato tutto il tesoro della tomba reale macedone. Invece no. Era molto carino, tuttavia, c'erano delle cose molto particolari, come quegli affreschi che solo i Macedoni hanno oramai.

La sera ci fu la fondazione officiale dei FFTP. Lode e silenzio.

Eccoci arrivati al 26 settembre. Il programma era: Pella. Pella. Dico solo questo. Pella. Io... io ero a Pella, io vedevo ciò che Alessandro ha visto da bambino, da ragazzo. Io vedevo tutto quello che gli storici narrano a proposito dei primi anni di di vita di Alessandro, era lì. Semplice. Non c'era altro per me, anche se il luogo non era ancora stato scavato del tutto, anche se non ci hanno lasciato andare alla reggia, io ero lì. Non c'era nulla da spiegare, nulla da commentare. Eravamo io e Pella. E basta. All'interno del museo c'era il mosaico del leone. Proprio davanti ai miei occhi, e non come foto, no, era reale, potevo quasi toccarlo. Inutile dire che quello che ho visto dopo, la città romana a Tessalonica, non mi ha nemmeno sfiorato.

La sera ci fu la creazione di altri album dei FFTP, in onore del compleanno di Alessandra. Lode e silenzio.

Ma il peggio/meglio era ancora da venire. 27 settembre 2007. Vergina. Ege. Il tumulo reale. C'era nebbia, mentre entravamo. Eppure il cuore mi batteva a mille, ma si è fermato quando, scendendo una scala, davanti a me si è mostrata la tomba di Filippo II. Era vera. Era davanti a me. Suo padre, e lui dipinto in fretta e furia sul frontone del tempio. Le ossa di Filippo, il telo d'oro in cui erano raccolte, le sue armi, tutte intere, le coppe in cui avevano bevuto lui e probabilmente suo figlio. Io che cosa potevo dire? Che cosa? Non ho detto niente, ho solo pianto. Ma pianto come non avevo mai pianto prima. E quando ho visto l'altra tomba, quella di Alessandro IV, allora l'ho pregato di parlare a suo padre di me, di dirgli che io ero lì, che mai lo avrei lasciato, che piangevo per lui, per suo figlio, per suo padre, ma li raccoglievo tutti nel cuore. Li sentivo finalmente così miei. Non avevo mai provato una cosa simile, se non alla tomba di Henri. Un sentimento di tristezza così grande insieme ad una serenità senza paragoni. Amarezza e dolcezza. Gioia e dolore. Chi poteva dire di cos'erano fatte quelle lacrime?
E quando, dopo, siamo arrivati a Dione, ai piedi dell'Olimpo, e ho visto l'altare sacrificale su cui Alessandro aveva fatto l'ultima ecatombe prima di partire per l'Asia, allora era tutto completo. Il circolo si chiudeva. Ho visitato il primo e l'ultimo luogo che lui abbia mai visto su terra di Grecia, e il luogo in cui dovrebbe esser sepolto. Ho visto l'acqua immergere i piedi dei templi, ho visto ancora gli anelli a cui erano attaccati i buoi. Ho visto. La natura si faceva spazio tra quelle rovine, per ricoprirle e proteggerle, e così io ricoprivo e proteggevo quelle memorie, solo per me, e Alessandro rinasceva, mi era vicino, ancora una volta. Non era un sogno. La Macedonia non è un sogno.

E' un Sogno. E' il Sogno. E' vederlo compito. E' la lacrima sparsa sulle rovine e sull'erba. E' un giorno mai dimenticato.

E' un fiore per chi non è più sepolto.

28 gennaio 1794

Author: Monsieur Henri /


Troppo tempo è passato dal mio ultimo post, troppo tempo che è difficile riassumere, anche perché me ne sono capitate mille! Prima di tutto, i miei 22 anni (lo so, non è un numero chissà che, ma è comunque un numero), poi la vacanza in Macedonia, la cosa più emozionante che abbia mai provato, la Laurea il 19 ottobre, la FESTA di laurea (e quella te la raccomando), e ora Paris! Paris in Erasmus, una cosa che è completamente diversa da quella che pensavo, sotto certi aspetti deludente, sotto altri superba. Ma credo che ne parlerò un'altra volta, facendo un post per ognuno. Ora è di un'altra cosa che voglio parlare.

Il mio secondo post di questo blog parlava di Henri de La Rochejaquelein. Il fatto che io mi firmi Monsieur Henri è un omaggio a lui. E ancora una volta desidero parlarne. Perché il 28 gennaio era l'anniversario della sua morte. E quando l'orologio ha mostrato le 0:00 di quel giorno, ho come sentito un peso enorme al cuore, un dolore lancinante, una tristezza che non era umana. Piangevo, guardando la luna, guardando questo suolo di Francia su cui lui è vissuto ed è morto, guardando la sua immagine. E' così doloroso, tutte le volte, fa male! E so che è tutto estremamente irrazionale, ma non può essere diverso. Mi sono vestita in nero, e sono stata male tutto il giorno, sempre la sua ombra davanti agli occhi, il momento della sua morte, il suo corpo fatto a pezzi perché non venisse riconosciuto... e lui, sempre così bello... sempre più mio. E' come se stare in Francia ci avvicinasse di più. Non mi parla, non lo fa mai, in sogno, ma io lo sento vicino, sì, lo sfioro, è mio. E sono gelosa se qualcuno osa nominarlo, anche se è un po' come rendere vera la sua persona, come vederlo ancora più vivo. Ho fatto un exposé su Hugo e 93, e ho parlato di lui, sì, finalmente, davanti ad altri che sapevano chi fosse, era un'emozione mai provata prima.

E so bene che il mio dolore è follia. So che non ha senso. Ma perché dovrebbe averne? A me sta bene così. Ho scritto un racconto su di lui, pubblicato sulla Torre, ho pregato Dora di farlo uscire proprio il 28, e così è stato. E Henri ha parlato ancora una volta. E io ero lì, e lui era mio.

Per sempre, Henri. Per sempre.