Phantom faces at the window, phantom shadows on the floor...

Author: Monsieur Henri /

Nuovo template, per cancellare via quello che quest'anno è stato.

Centesimo post, questo, ed è per dire addio a questo 2009. Finalmente. Un estate che doveva essere l'ultima di studio qui in Italia, l'ultimo periodo prima di andarmene in Inghilterra, quest'ultima estate è stato un incubo allo stato puro. Prima l'operazione di mio padre, che si è protratta molto di più di quanto avrebbe dovuto, con tutta la conseguente tensione in casa, che mi faceva impazzire, con sveglie proibitive, andare a letto tardissimo per finire la tesi eccetera. Poi è arrivata la morte di Ciffo, che mi ha letteralmente distrutto, e che ancora ha il suo segno, indelebile, mostruoso.
L'Inghiterra ha in parte alleggerito questa situazione, se non fosse che poi la vita non è bella come sembra, ok, per le prime settimane nulla da dire, ma poi chiude tutto alle sei, o si è troppo sociali o troppo poco, se non esci vieni definito asociale, ma sinceramente di uscire tutte le santissime sere non ne ho proprio voglia.
E ora di nuovo a casa. Tutto bene per i primi giorni, poi è ritornata la solita routine. Ma poi è ritornata la storia di mio padre. Non è colpa sua, non lo sto ad accusare. Ma ogni giorno ce n'è una nuova. Medicinali che fanno reazione, allergie sconosciute, e quant'altro.

Basta.

Sono stanca di dover vivere sempre non sapendo cos'altro ci sarà domani. Sono stanca di dover annuire, e sorridere, e poi venir accusati di "tener il muso".

Voglio un 2010 diverso. Voglio essere più rilassata, non voglio piangere. Voglio riuscire a vedere la porta della mia stanza senza vedervi ombre. Voglio che certi fantasmi scappino per sempre. Voglio che in casa mi si stia bene, che mia madre la smetta di essere la professoressa che si vanta ad ogni secondo di quanto è brava e ritorni ad esser una madre normale. Voglio soprattutto che mio padre riesca finalmente a guarire, perché non è giusto, non è assolutamente giusto che debba ancora soffrire.

Voglio un 2010 nuovo.

Quindi ora rimbocchiamoci le maniche e via, si deve riiniziare, e lo voglio fare. Voglio vedere un altro anno più sereno e meno teso. Voglio ritornare a ridere in tranquillità. Voglio ritornare ad essere me.

Al mio angelo...

Author: Monsieur Henri /


Ciffo 12.5.1993-2.8.2009


Dov'è la mia piccola? Che compleanno è questo, senza di lei? Lei che dormiva sulle mie coperte, e che mi graffiava, e che mi faceva le fusa. Lei che si faceva aprire la porta all'alba perché le andava così, e nulla poteva discutere su questa sua convinzione. Lei che si infilava nei miei vestiti e che mangiava dal mio piatto. Dov'è la mia piccola? Se n'è andata tra le mie braccia, tre giorni fa, sì, teneva il musino sul mio polso come faceva sempre quando dormivamo insieme, ed era buona, tranquilla, teneva persino le orecchie in su e agitava appena la coda. E io le cantavo. Le cantavo Don't Cry for me Argentina, e poi I Dreamed a Dream, e poi ancora On My Own. E' stato sulle note di questa canzone, mentre dicevo "I love him" che ha singhiozzato e se n'è andata. Non respirava più.

Non riesco a dire quanto dolore io stia provando da allora. Non voglio dirlo. Non credo se ne andrà mai più.

Dopo sedici anni mi ha lasciata sola, ha aspettato me ad andarsene, credo, perché avrebbe potuto farlo il giorno prima che io non c'ero. Ma ha voluto aspettare me, e addormentarsi come faceva sempre tra le mie braccia.

Le ultimi immagini che ho di lei dovranno essere cancellate dal tempo. Non voglio ricordare quel corpo ormai scheletrico e freddo, non voglio ricordare quegli occhi aperti. Sì, se n'è andata con gli occhi aperti, quegli occhi che io amavo tantissimo, quasi a ricordarmi che loro mi guarderanno sempre, in ogni momento.

Mi manca, mi manca così tanto che mi sento di scoppiare. Avrei creduto che non se ne sarebbe mai andata, che ci avrebbe seppellito tutti. E lei è la prima a non essere stata seppellita, l'abbiamo fatta cremare, all'inizio non volevo, non potevo tollerare che il suo corpo se ne andasse per sempre, che non ci fosse un posto dove andare a posare un fiore. Ma mi sbagliavo, perché ora è nel vento, e il posto in cui poso il fiore è il mio cuore.

La sento ancora andare avanti ed indietro, era tanto silenziosa che a volte mi dico "ma magari si sta nascondendo da qualche parte". Questo era lei, silenziosa, discreta, ma ti sapeva dare un affetto come nessun altro. Sapeva quando era il momento in cui avevamo bisogno di lei e sapeva quando starsene da parte. Credo avesse capito che era un periodo molto difficile per noi, tra la malattia di mio padre, la mia tesi, la tensione per Oxford, e che abbia aspettato che tutto si fosse sistemato per andarsene come una vera signora, senza obbligarci a farle qualche puntura. Sì, ha deciso lei quando e come, ne sono sicura.

Quando è morta ero seduta per terra, e la stanza sotto era la mia camera. Nel punto in cui sedevo, sul soffitto, c'era Andromeda. Ora, sarà un caso, ma dalla sua morte ho in testa una canzone dei Nightwish che in una strofa proprio così dice: "Passed away in silence / The flute from the realm unseen / Empties its heart / Making love to me / With its enchanting melody. / Light of Orion, / Shadow of Andromeda, / Call of the dancing Universe. / Their love I must enter / Before thou can blame my soul / That is peace". Sarà un caso, certo. Però ora so dove guardare in alto, e sono sicura che ci sarà una nuova stellina che mi proteggerà per sempre.

Per ora, comunque, continuo a cercarla, e non c'è. Non c'è, e sono ombre quelle che vedo. Anche il suo campanellino non suona più, anche se è così facile sentirlo. E le sue zampe non percuotono più il pavimento.

Mia mamma piangendo diceva che ora Ciffo sarà sola, nel buio, ma si sbaglia, è un gatto, nel buio ci vede benissimo. Siamo noi che siamo ciechi senza di lei, e non riusciremo mai più a trovare quell'affetto che nel suo silenzio ci dava.

Amore mio, mia piccina, non ti dico addio. Non l'ho detto al tuo corpo quando te ne sei andata, non ho voluto guardarti un'ultima volta, che cosa avrei visto, se non gli effetti della morte? No, non ti dico addio, perché sarebbe dire addio ad una parte di me, una parte grande, una parte che non si cancellerà mai. Mi manchi da morire, scambio le ombre per te, e benché sappia che tu non avresti voluto queste lacrime - tu odiavi l'acqua - io continuo a versarle, ogni istante. "Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi..." dice una canzone famosa. Ed è vero.

Vieni da me stanotte, amore mio. Come hai fatto per sedici anni passeremo la notte del mio compleanno insieme.

Lettera ad Isabel

Author: Monsieur Henri /

Dovrei dire molto, ho un sacco di cose da raccontare, e molte cose di cui sfogarmi. Ma non ora, non oggi.

Oggi, Isabel, hai debuttato come Maddalena nel Rigoletto. E' stato un momento splendido. Catartico. Un momento incredibile. Vedere la ragazzina che conobbi quel dicembre di tanti anni fa ormai diventata donna, e diventata ciò che ha sempre desiderato essere, una cantante. Vederla sul palco, la sua voce quasi trattenuta perché se davvero l'avesse usata tutta avrebbe completamente sovrastato gli altri.

Eppure, tata, se mi consenti, il momento più bello per me è stato qualche secondo prima dello spettacolo, l'abbraccio che mi hai dato, il momento in cui eravamo insieme. Da lì, da come mi abbracciavi ero sicura che sarebbe andato tutto meravigliosamente. Anzi, no, non è vero, l'ho sempre saputo, e non lo dico per farti piacere. E' una certezza che ho avuto da quando al primo nostro incontro cantasti il POTO. Prima volta che suonavamo insieme, e tutto andava bene, benissimo. Non c'era nemmeno bisogno di spiegarsi.

Sono passati diversi anni molte cose sono passate sotto i ponti, ma eccoci qua, alle tre di notte, tu probabilmente sarai già a casa ed eccitata come non mai, e io sono qui a scriverti queste parole.

Grazie, stella, grazie per la soddisfazione che mi dai vedendoti inseguire un sogno, un sogno a cui io ho rinunciato. Grazie per essere stata davvero Maddalena, e aver debuttato a vent'anni. Grazie per la medaglietta che hai tenuto al collo. Grazie per gli sguardi che ci lanciavi e per le note che cantavi. Grazie per questa serata magica, al cui pensiero mi viene ancora da piangere.

Grazie per tutto.

Ricordo ancora il giorno in cui ci conoscemmo, e non sapevamo ancora nulla di noi. Eppure nacque qualcosa di speciale. E quel qualcosa di speciale continua ad esserci tra di noi, anche se non fossimo sorelle. Anche se fossimo semplici amiche.

E ti giuro una cosa, Jsabel.

Quando rinasceremo sotto le vesti di altre persone, e io potrò non essere una cortigiana, io sono sicura che ci riconosceremo come quel giorno, poco prima di Natale, e ci parleremo come se ci conoscessimo da una vita, perché così è, noi ci conosceremo da una vita, da più vite. E anche allora io sono sicura che rimarrò a guardarti mentre diventi una farfalla colorata e canti, e diventi quello che sei nata per essere.

E io sarò fiera di te come lo sono ora.

Ti voglio bene, sorella mia, e te ne vorrò per sempre, in qualunque epoca, in qualunque tempo.

Maddalena

Exeter, e...

Author: Monsieur Henri /


Exeter, il College dove studiò il Maestro!

Exeter, e la notizia è arrivata mentre ero all'Ambrosiana a leggere l'O 117 sup.

Exeter, e il giorno dopo la Sua morte.

Exeter, e grazie a Lui.

10 giugno, parte II

Author: Monsieur Henri /

Se n'è andato, veloce come un fulmine e altrettanto spietato, questo giorno fatidico.

Un sacco di cose da fare, in realtà, una corsa dopo l'altra, e ora tocco casa per la prima volta da stamattina praticamente.

Molte cose da dire, il viaggio in macchina con Alexandria, il buio, il silenzio, il tramonto visto dall'alto del castello di Rossena, una stella che saliva.

Dopo tutti questi anni e nonostante mi dicessero che se l'avessi studiato dopo non sarebbe più stato tale, nulla è cambiato.

Solo il mio modo di omaggiarlo, per una volta. Non ho affidato i miei pensieri alla parola, ma al canto, lassù, nel castello, ho lasciato che la voce dicesse quello che doveva dire.

Al mondo, anche, ma soprattutto a Lui.

Ancora una volta, come sempre, spero di sognarlo. E so altrettanto bene che non succederà.

Una sola parola mi basterebbe, un ναί, un sì.

Sì, va tutto bene, hai fatto la scelta giusta.
Sì, va tutto bene, Lui rivive grazie a te.
Sì, va tutto bene, oggi come sempre Lui ti sente, ti vede, ti è vicino.

Sì, è Lui, non è la tua Immaginazione o il tuo desiderio.

E sì, è giusto che tu lo pianga, come stai facendo ora, va tutto bene, lui avrebbe accettato e avrebbe chinato la testa.

Sì.

Lui, Alessandro.

Ti amo, amore mio infinito. Ti amo in ogni tuo essere, in ogni tua parola, in ogni parola che esce dalle mie labbra. Ti amo nel tuo silenzio, ti amo in quell'occhio pieno di sogno. Ti amo e ti amerò per sempre.

Ci incontreremo un giorno, ne sono sicura.

10 giugno, parte I

Author: Monsieur Henri /

Anche quest'anno è arrivato il giorno malefico, il giorno difficile. Strano, avrei detto che a forza di studiarlo sarebbe diventato un giorno come un altro, ma non è così. Non lo sarà mai. E' una cosa che va oltre la semplice cognizione e comprensione, a volte anche mia. Qualcosa di superiore, di oltre.
Spero sempre che, studiando quelle righe, salti fuori qualcosa di incomprensibile, di magico. Qualcosa che mi dica: "lui è lì, ad Alessandria, vai, guardati intorno, lo troverai". Ma io so benissimo che non è così, e non dovrà essere così.

Non è diverso da quello che mi disse un giorno la Francesca, per un motivo totalmente diverso (o, meglio, sempre per un uomo, ma l'occasione era diversa). Lui è lì, cristallizzato nel momento del suo maggior splendore, i capelli biondi al vento, gli occhi bicolori, lo sguardo che va oltre l'umana conoscenza.

Non è stato così, lo so. So tutti i perché e i per come. So che è il modo come io lo vedo, e non come era veramente.
Se per caso nella mia vita mi capitasse di vederlo, vedere il suo corpo so che rimarrei delusa, e sarei la persona più triste del mondo, e griderei come fa lui stesso secondo Pascoli era miglior pensiero ristare, non guardar oltre, sognare. Il sogno è l'infinita ombra del vero.

Ma non importa la storia o l'archeologia, non oggi. Oggi importa l'immagine che ho di Lui, quella sua voce che non ho mai sentito nemmeno in sogno ma che, spero, mi dice di andare avanti, di sorvolare tutte le difficoltà. Mi dice "scrivi, fammi vivere".

Un tempo, cinque anni fa, il mio sogno era quello di trovare la sua tomba.

Ora, dopo cinque anni, è quello di farlo rivivere, e non con la magia, con la scienza, no, ma con ciò che scriverò, che continuerò a scrivere.

Mondo, io ti offro il mio Alessandro. Sta a te se prenderlo o meno.

Ma il mio Alessandro oggi muore. Oggi, al tramonto, canterò per lui. Oggi, al tramonto, il mio pensiero sarà a lui che andrà.

Oggi, e per sempre in realtà.

Rancori

Author: Monsieur Henri /

Ci sono cose che dopo anni e anni non vanno giù. Cose che ricordi e che ricorderai sempre, anche se le persone e i tempi cambiano. E stasera ho avuto le due persone per cui provo rancore, le uniche due, entrambe nello stesso luogo, entrambe da dover salutare, come se nulla fosse successo.
Lei mi ha fatto davvero amare la musica. Mi ha aiutato nel momento in cui non avrei voluto suonare, e in qualche modo fu grazie a lei che conobbi Massimo. Ma negli ultimi anni era diventata strana, come se non amasse più la musica, come se non importasse più farmi suonare. Per un anno avremmo suonato sempre e solo lo stesso pezzo. E poi successe quella cosa a Natale, mi lasciò completamente da sola, non capì, mi abbandonò. Ci sono cose che chi non ha mai suonato il pianoforte può capire, ma c'è un ruolo fondamentale per la buona riuscita di un concerto, ed è la presenza del Volta Pagine. Deve darti appoggio, farti sentire ascoltato, deve voltare le pagine e questo vuol dire che ogni nota deve essere vista, ascoltata, provata. Non è una semplice cavolata, come può sembrare. E' il sostegno della pianista.

Non la ebbi quel giorno. Quel giorno piansi e non potei più andare a lezione da lei.

Devo moltissimo anche a Lui. Mi fece amare la letteratura, la lettura, mi fece conoscere Dumas e un sacco di cose senza cui non sarei mai stata me stessa. No, Lui non mi abbandonò, anzi, mi fu sempre molto vicino. Ma offese Massimo, quella notte. Lo fischiò quando non era giusto, mi rovinò quella serata, mi fece capire che quando la gente è ignorante (ignorante non di cultura, ma di umanità) lo sarà sempre. Era il mio primo amore, l'uomo che amavo, e lui lo trattò in quel modo, e lui non tornò mai più a Reggio.

E parlare ad entrambi è stato duro. No, non credo che potrò mai dimenticare. Lo so che non è nobile provare rancore. Ma così è. Non sono una santa che può perdonare tutto. Non lo voglio essere.

Una grande land!

Author: Monsieur Henri /

Ricordi d'infanzia

Author: Monsieur Henri /




In questi giorni mi sono trovata a pensare molto al mio passato. Non alla mia infanzia, ma piuttosto a quel periodo strano che sono stati i miei 13-14 anni. E' successo tutto guardando il cartone dei Tre Moschettieri, un cartone che volente o nolente mi ha profondamente toccato mentre leggevo il libro, a dodici anni, il mio primo libro. Quanto amavo Aramis! Credo incominciò allora la mia predilezione per questi personaggi femminei ma coraggiosi, anche se a distanza di anni penso che se avessi letto ora quei libri mi sarebbe piaciuto Athos. In ogni caso, mi ricordo il mio entusiasmo poco represso di cui allora facevo mostra, e le prese in giro continue perché dicevano che Aramis era una donna. Io ci stavo male, malissimo, possibile che non andasse nulla bene? Non la musica, perché non ascoltavo Nek, non la letteratura, perché non leggevo i romanzetti scemi, neppure il personaggio, perché era una donna?
E poi venne Lady Oscar. E' forse ridicolo, forse una volta avrei negato, ma penso che poche al mondo mi abbiano formato come quel cartone. Più ci ripenso più è vero, più capisco perché fu giusto che lo guardassi per la prima volta a quell'età. Ero confusa, disorientata, non capivo perché tutti dovessero guardarmi male e sparlare di me, quando non avevo fatto nulla, quando l'unica colpa che avevo era esser brava a scuola. Però sapevo che quando tornavo a casa, alle quattro, c'era una donna che era stata obbligata ad essere qualcosa che non voleva, che era sola in una grande confusione di persone, e che tirava avanti, si faceva coraggio. Non era la storia d'amore con André che mi colpiva, nonostante tutto era quella con Fersen. Il perché lo capii molti anni dopo. Però Oscar mi dava sicurezza, era la donna che avrei voluto essere, c'era lei e io mi sentivo più forte. Ero arrivata ad identificarmi talmente in lei che quando venne ferita io mi sentii male.
Poi venne il liceo, e Oscar diventò un'altra cosa per me, diventò l'amante non corrisposta, perché caso o destino Richi cominciò a chiamarmi come lei e a nominarsi Fersen, e tra me e lui cominciò lo stesso rapporto: attrazione forse reciproca, silenzio, lui che è innamorato di un'altra, lei che si aspetta nonostante questo che lui possa concederle una possibilità, e quando questa possibilità sembra arrivare lui la liquida con la frase mostruosa "la migliore amica" (con me fu "ma non avrai mica pensato che venivo dietro a te"). Stessa rabbia, stessa delusione, stessa frustrazione sfogata nello stesso modo, con la spada. Oscar divenne ancora più mia.
Senza di lei io non sarei assolutamente quella che sono. Forse, se nei miei 13 anni non avessi pianto così per la morte di Oscar, se nei miei 13 anni non mi fossi sentita male per quella puntata finita a metà, se nei miei 13 anni non mi fossi esaltata per il viso di Saint-Just e per quelle meravigliose parole di libertà (perché da allora nacque il mio amore per la Rivoluzione), forse ora sarei una persona diversa. Forse le cose sarebbero andate in tutt'altro modo.

O forse no, chi lo sa. So soltanto che se mi firmo ancora Henri in onore di quella Henri d'Herblay emula di Oscar, Henri mia vera controparte in ogni momento della mia vita, Henri la cui vita è legata indissolubilmente alla mia, so che un motivo c'è. E nacque quel giorno in cui Lady Oscar entrò a far parte della mia vita.

Do you hear the people sing?

Author: Monsieur Henri /




Do you hear the people sing,
say do you hear the distant drums?
It is the future that they bring
when tomorrow comes!


L'ho visto. E ho provato un'emozione incredibile. Quando dico che ho pianto tutto il tempo non è uno scherzo. Ai primi accordi ho avuto un brivido sulla schiena e sono scoppiata a piangere. Lo sento praticamente ogni giorno, ma essere lì, e vedere tutto... è qualcosa di completamente diverso... Seppure Fantine non fosse bravissima, come non piangere quando sul letto di morte crede di vedere la propria bambina lontana e le dice

Cosette, it's turned so cold
Cosette, it's past your bedtime
You've played the day away
And soon it will be night.
Come to me, Cosette, the light is fading
Don't you see the evening star appearing?
Come to me, and rest against my shoulder
How fast the minutes fly away and every minute colder.
Hurry near, another day is dying
Don't you hear, the winter wind is crying?
There's a darkness which comes without a warning
But I will sing you lullabies and wake you in the morning.


Non mi ero mai veramente emozionata per Stars, cantata da Javert, ma questa volta è stato magico: Stars In your multitudes Scarce to be counted Filling the darkness
With order and light You are the sentinels Silent and sure Keeping watch in the night.
You know your place in the sky You hold your course and your aim And each in your season Returns and returns And is always the same And if you fall as Lucifer fell You fall in flame!


E poi è arrivato Lui. Era perfetto. D'accordo, non era biondo, e forse da vicino vicino non era neppure questa bellezza sconvolgente. Ma era lui. Aveva i suoi gesti, la sua serietà, il suo desiderio di ideale. Era in tutto e per tutto Enjolras. Se lui fosse esistito e fosse vivo, così dovrebbe essere. Quando ha cantato Do you hear the people sing? è stato come il richiamo della Libertà fatta persona. Mi sarei alzata e l'avrei seguito.

Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!
Will you join in our crusade?
Who will be strong and stand with me?
Beyond the barricade
Is there a world you long to see?
Then join in the fight
That will give you the right to be free!
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!
Will you give all you can give
So that our banner may advance
Some will fall and some will live
Will you stand up and take your chance?
The blood of the martyrs
Will water the meadows of France!
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!


E quando marciava in One Day More, il fucile in mano, mi sentivo sciogliere, ricordavo i miei 14 anni, quando lessi per la prima volta quelle pagine e mi dissi che solo così doveva essere.

L'intervallo e le scene smielense tra Marius e Cosette mi hanno dato un po' di requie, ma poi subito l'aria di Eponine, un'aria splendida e in cui mi ritrovo un sacco, ha fatto scendere di nuovo le lacrime.

Il resto è storia: c'è tutta la vicenda della Barricata. E Lui era sempre perfetto, con quella camicia tirata su, quelle braccia tra l'altro bellissime, quell'irrequietezza e quel rimanere sempre sulla barricata. Ma ciò che è stato più bello è stato il rapporto tra lui e Grantaire, un rapporto che chi non ha letto il libro non può capire, ma che era geniale. Quando nell'aria Drink with me Grantaire dice che Drink with me to days gone by,
Can it be you fear to die?
Will the world remember you when you fall?
Cold it be your death means nothing at all?
Is your life just one more lie?

non avrei mai detto che si rivolgeva a Enjolras, ma qui lo fa... i due si guardano, Enjolras sta quasi per dirgli qualcosa, ma si trovano abbracciati. Un gesto meraviglioso, un gesto che avrei sempre sognato.

E quanto ho pregato perché il musical non andasse più avanti, perché Lui se ne andasse da quella barricata, l'ho pregato come se fosse la prima volta che lo sentivo o leggevo la storia, e invece la Barricata è esplosa, e mentre la musica si faceva tristissima e la scena girava, mostrando il corpo di Enjolras disteso sulla bandiera rossa, gli occhi aperti, è stato il colmo delle lacrime, non ce la facevo più, mi sentivo esplodere. Quante volte ho letto la sua morte? Quante volte ho sentito il musical? Eppure c'era tutta la magia... è stato come leggerlo la prima volta.

A dare il colpo finale è stata Empty chairs at empty tables. Ormai non avevo più nemmeno la forza di piangere. Lo odiavo, quel maledetto borghese che nel libro non si ricorda più dei suoi compagni una volta passata la rivoluzione, contento del suo amoretto da idiota e della sua felicità piccola e gretta. E lo odiavo tanto più perché quell'aria è una delle più belle dell'intero musical - e la Benny SA come mi sento quando la canto-suono!

There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on.
Empty chairs at empty tables
Now my friends are dead and gone.
Here they talked of revolution.
Here it was they lit the flame.
Here they sang about `tomorrow'
And tomorrow never came.
From the table in the corner
They could see a world reborn
And they rose with voices ringing
I can hear them now!
The very words that they had sung
Became their last communion
On the lonely barricade at dawn.
Oh my friends, my friends forgive me
That I live and you are gone.
There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on.
Phantom faces at the window.
Phantom shadows on the floor.
Empty chairs at empty tables
Where my friends will meet no more.
Oh my friends, my friends, don't ask me
What your sacrifice was for
Empty chairs at empty tables
Where my friends will sing no more.


La morte di Jean Valjean è stata alla fine di due ore di pianto continuo. Ha solo prostrato completamente il mio corpo. Sono uscita distrutta. Sono montata sul pulman per Oxford ed è tutto il giorno che ascolto e riascolto, e vedo e rivedo.

Quel musical è un miracolo. Vorrei essere lì per vederlo ad ogni giorno... ma forse la magia è sapere che Enjolras è lì, per me, e che aspetta solo il momento giusto per cantare per me. E io lo seguirò un'altra volta, come sempre, da quasi dieci anni.

Dalla Lower Reading Room della Bodleian Library

Author: Monsieur Henri /

Ebbene, scrivo dalla Bodleian Library ad Oxford. Sono uscita da un'oretta dalla Duke Humphrey's, dove tengono i manoscritti, perché era troppo buio! E' una bella giornata, ora almeno, sembra che ci sia un vago sole.

Allora! Tralasciamo il fatto che mia mamma si era dimenticata di svegliarmi il giorno della partenza, succede, dai, e il fatto che l'Inghilterra mi abbia accolta con un tempo che chiamarlo brutto è fargli un complimento! Sto in una camera nella dependence dell'Exeter College, è un po' fuori città e quindi ho la bicicletta. Sto LENTAMENTE imparando a guidare sulla sinistra, vi assicuro che fare le rotonde al contrario è quasi un'impresa. Per fortuna qui ho già degli amici, in primis Enrico, che mi sopporta e mi sostiene - anche se non beve bah! Che dire? Non faccio una vita movimentata, anche a causa della lontananza da casina, che comunque richiede un buon 10 minuti in bici o mezz'ora a piedi, solo andata ovviamente. Sto quasi tutto il giorno in biblioteca a leggere i manoscritti. Ogni volta che decido di fare l'edizione in un modo, ecco che per miracolo succede qualcosa che distrugge i miei piani. Sigh! Vorrei una buona sana vecchia illuminazione. Anche se tra ieri e oggi è nato qualcosa... almeno nella mia mente! Sono stata ad una bellissima Passione l'altro giorno, c'era qualcosa di magico, sarà stato il canto a cappella che accompagnava la recita, oppure il posto stesso. Perché qui tutto MINIMO è del 1300. I college sono favolosi. Ci credo che sono nati capolavori come il Signore degli Anelli qua. Se non fosse per gli scrupoli che poi avrei starei tutto il giorno a leggere al sole (quando c'è). Però forse è meglio che mi concentri su altro per ora! Il solo grande problema è la cucina. Badate bene, la cucina, non il cibo. A me il cibo inglese piace. Il fatto è che al college c'è una sola cucina, e ognuno ha i suoi piatti/forchette ecc. Però per starci un mese mi sembrerebbe un po' folle comprarmi tutto. Perciò mi arrangio, anche se, a dir la verità, ho una gran voglia di pasta!!
Bene, questo è tutto per ora.
Ah, domani vado a vedere i Miserabili a Londra. Se non mi vedrete più scrivere su questa pagina è perché mi sono sciolta di lacrime, non preoccupatevi.

Una lettera

Author: Monsieur Henri /

Qualcosa di letteralmente sconvolgente è successo improvvisamente nella mia vita. Sabato, mentre stavo per andare a prendere il treno per andare a Padova e festeggiare la Cosina Zuccherosa, apro la cassetta della posta e vedo una lettera di Oxford. Subito ho pensato "questi qui mi dicono: grazie del tentativo, nice shot, ma rimanga nella sua bell'Italia piena di sole", come se di sole ce ne fosse. Ero quasi tentata di lasciarla lì e andare in stazione, quando mi sono detta che almeno l'aprivo. E l'ho fatto.
Ho visto il posto di Dottorato in Medieval and Modern Languages, inizia il 12 ottobre.

Non so cosa dire, sono in uno stato confusionale allucinante. All'inizio non me n'ero veramente accorta, non avevo veramente capito, e prima della gioia c'è stata tutta l'ansia per Corra, perché sicuramente sarà un cambio di vita molto grosso. Ma lui era felice, e mi diceva "ora andiamo a Pisa io e te e gliela mostriamo, a quei bastardi, la lettera che ti invita, e gli diciamo quanto hanno perso segandoti per qualche mistero burocratico". Non avrebbe potuto dire parole più belle.

E allora dopo l'ansia è venuta la gioia, e sono completamente fuori. Mi trovo per la strada che rido così, oppure che mi scende una lacrimuccia di gioia, e quando ho visto la Chiara che mi abbracciava quasi più felice di me non ci ho creduto, era una sensazione meravigliosa, di calore.

Non ci credo... Quando decisi di far lettere classiche nonostante la disfatta di Pisa mi accorgevo io stessa che era una follia, ma c'era qualcosa che mi spingeva ad andare oltre, e l'ho fatto, ho seguito quel qualcosa, e ora... e ora!!

E come ha detto la Chia quando le ho gridato: "e tutto con Alessandro...", "è un sogno che diventa realtà!"

Non ci credo... vi prego, non svegliatemi, vi prego!

Se solo...

Author: Monsieur Henri /

Mi dico sempre: "Ok ora guardo le sue foto, mi accorgo che è invecchiato, che è un po' ingrassato, che è padre e la faccio finita". E guardo le sue foto, vedo che è invecchiato, un po' ingrassato, padre, e semplicemente non la faccio finita. Ricordo quei momenti di gioia pura, quell'incontro che mai avrei osato sperare, ricordo il suo profumo, quei fiori, ricordo quella notte che non dormii pensando a lui.
E poi come una folle mi metto ad ascoltare "L'Elisir d'Amore", vedendo lui, e solo lui, ricordo tutte le sue mosse, tutti i gesti, è come se fosse davanti a me.

Mi chiedo se mai riuscirò a dimenticarlo. Ma non credo, né sono sicura di volerlo dimenticare. A volte sì, vorrei che non fosse mai venuto nella mia vita. E quanto più vorrei questo, tanto più vorrei vederlo di nuovo. Tutte le volte che vado a teatro a Reggio è un incubo, lo sguardo va al palco 4 del II ordine, lo vedo mentre si alza e si inchina, lo immagino su quel palco, ricordo i melomani e li odio.

Oggi mentre tornavo da canto mi sono chiesta se per caso Alistar lo conosce. Vorrei avere il coraggio di chiedergli. Ma so che se la risposta è no allora andrà tutto bene, se la risposta è sì... mi faccio già mille viaggi, mille film... potergli parlare anche solo una volta... ma se poi il Sogno è migliore della realtà? io cosa posso fare in quel caso? Rimanere delusa un'altra volta?

Se solo non tornasse così spesso nei miei sogni...

28 gennaio 1794

Author: Monsieur Henri /

Addio amore mio... Ancora un anno, ancora un addio... Tutti gli anni sarà come se io portassi quella rosa bianca sulla tua tomba, ogni anno tu sei lì ad accoglierla...
Amore mio, non mi lasciare..

Cherry

Author: Monsieur Henri /

E' entrata un'altra persona nella mia vita, improvvisamente, senza che me lo aspettassi, dentro una busta bianca. Pensavo fosse una busta bianca qualsiasi, ma non lo era. Era mandata dall'associazione La Terre des Hommes, pensavo fosse una pubblicità, semplicemente, ma quando l'ho aperta c'erano due foto di questa bambina di sei anni, dai tratti orientali, ma non cinesi. Aveva due occhi nerissimi e tristissimi, capelli corti scuri ed aveva una strana pasta bianca sulle guance, tipo un trucco. Indossava un vestitino da festa verde, forse troppo grande per le sue braccine.

Questa bimba ha un nome, si chiama Cherry, è del Bengala. Ha una famiglia, tre fratelli, ma il padre solo porta a casa dei soldi quindi ci sono mille problemi. Per questo i miei l'hanno praticamente adottata a distanza. Non è una vera e propria adozione, in quanto lei una famiglia ce l'ha, però si provvederà ad un'assistenza mensile, e sono fiera dei miei per questa cosa.

Quando ho visto quelle foto mi sono subito venuti i lucciconi. Era così bella, e così triste, come un fiore che non potrà mai sbocciare, che verrà continuamente calpestato dai passanti. Che cosa diventerà tra qualche misero anno quella bambina? Cosa le succederà? Domande a cui noi troppo spesso chiudiamo le orecchie.

Però una cosa è certa, che quella bambina è entrata nella mia vita come una folgore. Mi ha fatto piangere, mi ha fatto pensare, e mi ha fatto dire "Questa in qualche modo ora è diventata tua sorella..." E lo è. Ho una sorella ora.

Nuovo template e un pensiero

Author: Monsieur Henri /

Anno nuovo vita nuova e nuovo template! Non chiedetemi come sia stato fatto, perché se non ci fosse stata Ele non avrei manco saputo da dove cominciare!! Ma è stato fatto!! Non era come l'avevo pensato, nelle mie idee doveva rimanere tutto neri con rose bianche, ma sembra che non sia possibile! Intanto dalle strane parole in cui è stato descritto temo che il mio unico apporto veramente personale sarà quello di scrivere post!
Ma vabbé!! Alea iacta est!!

E sono reduce dal compleanno di Richi. Che strano, guardarci dopo tutti questi anni. Guardare quegli occhi che io avevo amato e vedervi un amico... la gente non credo cambi totalmente negli anni. Certo, il tempo passa, le strane si incrociano e si scrociano, ma c'è sempre quella specie di impronta digitale che ci contraddistingue tutti. Io sapevo perfettamente che tipo di regalo fargli, e penso anche lui sapesse la stessa cosa per me. E tutti i ricordi si condensano in due momenti, quello della delusione e quello della creazione. Ho di nuovo Eco di Luci accanto a me, devo dire che è una delle cose di cui sono più fiera in assoluto. Certo, riguardandolo avrei scritto cose diverse ora... forse avrei totalmente cambiato storia. Ma allora era così che doveva andare, e quando scrivevamo che Jean e Constance erano stati insieme lui forse non si accorgeva che in fondo al mio cuore l'avrei davvero desiderato. Ma non importa più. A volte mi chiedo se lui l'abbia mai capito, ma anche questo non importa più. Importa ciò che siamo. E lui sarà sempre un po' Jean, quello che diceva "i tuoi occhi che chiedono solo amore", e in me ci sarà sempre Constance, che vuole parlare al vento "del mio sogno infinito". E questo sì che importa.

Quintus Hibernus Agon della Settima Torre

Author: Monsieur Henri /



Come ogni anno, è appena uscito il bando dell'Hibernus Agon alla Torre!! Chiunque legga questo post... se volete partecipare a questa gara narrativa andate sul sito, non ve ne pentirete!! :D

Di Neve e Perfezione

Author: Monsieur Henri /

Era bella, nonostante tutto, la neve stamattina, mentre alle sei e mezza venivo da casa del Munz. E' vero, non erano passati ancora gli spazzaneve, è vero, era pericolosa, forse anche troppo, ma non importava.
In qualche modo sapevo che nulla sarebbe andato storto.
Forse perché era così che doveva iniziare un nuovo anno, anno che sarà terribilmente duro, con una patina di neve fresca, con delle risate, con l'assicurazione che il mondo cambia, le persone cambiano, si perdono, si ritrovano, ma si ama il Capodanno perché si è tutti lì, ed è un nulla tornare a ridere.
Non ho molto sonno, a dir la verità... vorrei rimanere a guardar la neve che cade con qualche bella musica, ma credo che se domani, se oggi, voglio vivere è meglio che lo faccia.

Però voglio ricordare quella neve. Se il mondo fosse tutto bianco come quella neve sarebbe un mondo perfetto. Io adoro la Perfezione, la considero come una delle risorse che possiede l'uomo per fuggire dal mondo, da se stesso anche. La Perfezione non si può descrivere a parole: è guardare una statua greca, una di quelle del periodo severo, e sentire che non c'è nulla che non vada, anche se non sapresti dire perché; è ascoltare le prime note del secondo tempo della Settima di Beethoven o il funerale di Sigfrido e capire che una nota in più o in meno distruggerebbe tutto; è vedere quei meravigliosi templi antichi stagliarsi nel profondo della vegetazione sentendo in te la presenza di antiche civiltà, di storie antiche e quotidiane.

Non esiste la perfezione. Ma esiste La Perfezione. Quella a cui noi aspiriamo, quella che ci fa sobbalzare per le prime note della Settima, quella che ci fa restare imbambolati davanti ad una statua greca... e anche quella che tentiamo di trovare in un mondo che si ricopre lentamente di bianco. Non la troveremo, perché essa è solo dentro di noi. Ma vale la pena di cercarla, no?

Buon 2009 a tutti.