Ricordi d'infanzia

Author: Monsieur Henri /




In questi giorni mi sono trovata a pensare molto al mio passato. Non alla mia infanzia, ma piuttosto a quel periodo strano che sono stati i miei 13-14 anni. E' successo tutto guardando il cartone dei Tre Moschettieri, un cartone che volente o nolente mi ha profondamente toccato mentre leggevo il libro, a dodici anni, il mio primo libro. Quanto amavo Aramis! Credo incominciò allora la mia predilezione per questi personaggi femminei ma coraggiosi, anche se a distanza di anni penso che se avessi letto ora quei libri mi sarebbe piaciuto Athos. In ogni caso, mi ricordo il mio entusiasmo poco represso di cui allora facevo mostra, e le prese in giro continue perché dicevano che Aramis era una donna. Io ci stavo male, malissimo, possibile che non andasse nulla bene? Non la musica, perché non ascoltavo Nek, non la letteratura, perché non leggevo i romanzetti scemi, neppure il personaggio, perché era una donna?
E poi venne Lady Oscar. E' forse ridicolo, forse una volta avrei negato, ma penso che poche al mondo mi abbiano formato come quel cartone. Più ci ripenso più è vero, più capisco perché fu giusto che lo guardassi per la prima volta a quell'età. Ero confusa, disorientata, non capivo perché tutti dovessero guardarmi male e sparlare di me, quando non avevo fatto nulla, quando l'unica colpa che avevo era esser brava a scuola. Però sapevo che quando tornavo a casa, alle quattro, c'era una donna che era stata obbligata ad essere qualcosa che non voleva, che era sola in una grande confusione di persone, e che tirava avanti, si faceva coraggio. Non era la storia d'amore con André che mi colpiva, nonostante tutto era quella con Fersen. Il perché lo capii molti anni dopo. Però Oscar mi dava sicurezza, era la donna che avrei voluto essere, c'era lei e io mi sentivo più forte. Ero arrivata ad identificarmi talmente in lei che quando venne ferita io mi sentii male.
Poi venne il liceo, e Oscar diventò un'altra cosa per me, diventò l'amante non corrisposta, perché caso o destino Richi cominciò a chiamarmi come lei e a nominarsi Fersen, e tra me e lui cominciò lo stesso rapporto: attrazione forse reciproca, silenzio, lui che è innamorato di un'altra, lei che si aspetta nonostante questo che lui possa concederle una possibilità, e quando questa possibilità sembra arrivare lui la liquida con la frase mostruosa "la migliore amica" (con me fu "ma non avrai mica pensato che venivo dietro a te"). Stessa rabbia, stessa delusione, stessa frustrazione sfogata nello stesso modo, con la spada. Oscar divenne ancora più mia.
Senza di lei io non sarei assolutamente quella che sono. Forse, se nei miei 13 anni non avessi pianto così per la morte di Oscar, se nei miei 13 anni non mi fossi sentita male per quella puntata finita a metà, se nei miei 13 anni non mi fossi esaltata per il viso di Saint-Just e per quelle meravigliose parole di libertà (perché da allora nacque il mio amore per la Rivoluzione), forse ora sarei una persona diversa. Forse le cose sarebbero andate in tutt'altro modo.

O forse no, chi lo sa. So soltanto che se mi firmo ancora Henri in onore di quella Henri d'Herblay emula di Oscar, Henri mia vera controparte in ogni momento della mia vita, Henri la cui vita è legata indissolubilmente alla mia, so che un motivo c'è. E nacque quel giorno in cui Lady Oscar entrò a far parte della mia vita.

Do you hear the people sing?

Author: Monsieur Henri /




Do you hear the people sing,
say do you hear the distant drums?
It is the future that they bring
when tomorrow comes!


L'ho visto. E ho provato un'emozione incredibile. Quando dico che ho pianto tutto il tempo non è uno scherzo. Ai primi accordi ho avuto un brivido sulla schiena e sono scoppiata a piangere. Lo sento praticamente ogni giorno, ma essere lì, e vedere tutto... è qualcosa di completamente diverso... Seppure Fantine non fosse bravissima, come non piangere quando sul letto di morte crede di vedere la propria bambina lontana e le dice

Cosette, it's turned so cold
Cosette, it's past your bedtime
You've played the day away
And soon it will be night.
Come to me, Cosette, the light is fading
Don't you see the evening star appearing?
Come to me, and rest against my shoulder
How fast the minutes fly away and every minute colder.
Hurry near, another day is dying
Don't you hear, the winter wind is crying?
There's a darkness which comes without a warning
But I will sing you lullabies and wake you in the morning.


Non mi ero mai veramente emozionata per Stars, cantata da Javert, ma questa volta è stato magico: Stars In your multitudes Scarce to be counted Filling the darkness
With order and light You are the sentinels Silent and sure Keeping watch in the night.
You know your place in the sky You hold your course and your aim And each in your season Returns and returns And is always the same And if you fall as Lucifer fell You fall in flame!


E poi è arrivato Lui. Era perfetto. D'accordo, non era biondo, e forse da vicino vicino non era neppure questa bellezza sconvolgente. Ma era lui. Aveva i suoi gesti, la sua serietà, il suo desiderio di ideale. Era in tutto e per tutto Enjolras. Se lui fosse esistito e fosse vivo, così dovrebbe essere. Quando ha cantato Do you hear the people sing? è stato come il richiamo della Libertà fatta persona. Mi sarei alzata e l'avrei seguito.

Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!
Will you join in our crusade?
Who will be strong and stand with me?
Beyond the barricade
Is there a world you long to see?
Then join in the fight
That will give you the right to be free!
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!
Will you give all you can give
So that our banner may advance
Some will fall and some will live
Will you stand up and take your chance?
The blood of the martyrs
Will water the meadows of France!
Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men?
It is the music of a people
Who will not be slaves again!
When the beating of your heart
Echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!


E quando marciava in One Day More, il fucile in mano, mi sentivo sciogliere, ricordavo i miei 14 anni, quando lessi per la prima volta quelle pagine e mi dissi che solo così doveva essere.

L'intervallo e le scene smielense tra Marius e Cosette mi hanno dato un po' di requie, ma poi subito l'aria di Eponine, un'aria splendida e in cui mi ritrovo un sacco, ha fatto scendere di nuovo le lacrime.

Il resto è storia: c'è tutta la vicenda della Barricata. E Lui era sempre perfetto, con quella camicia tirata su, quelle braccia tra l'altro bellissime, quell'irrequietezza e quel rimanere sempre sulla barricata. Ma ciò che è stato più bello è stato il rapporto tra lui e Grantaire, un rapporto che chi non ha letto il libro non può capire, ma che era geniale. Quando nell'aria Drink with me Grantaire dice che Drink with me to days gone by,
Can it be you fear to die?
Will the world remember you when you fall?
Cold it be your death means nothing at all?
Is your life just one more lie?

non avrei mai detto che si rivolgeva a Enjolras, ma qui lo fa... i due si guardano, Enjolras sta quasi per dirgli qualcosa, ma si trovano abbracciati. Un gesto meraviglioso, un gesto che avrei sempre sognato.

E quanto ho pregato perché il musical non andasse più avanti, perché Lui se ne andasse da quella barricata, l'ho pregato come se fosse la prima volta che lo sentivo o leggevo la storia, e invece la Barricata è esplosa, e mentre la musica si faceva tristissima e la scena girava, mostrando il corpo di Enjolras disteso sulla bandiera rossa, gli occhi aperti, è stato il colmo delle lacrime, non ce la facevo più, mi sentivo esplodere. Quante volte ho letto la sua morte? Quante volte ho sentito il musical? Eppure c'era tutta la magia... è stato come leggerlo la prima volta.

A dare il colpo finale è stata Empty chairs at empty tables. Ormai non avevo più nemmeno la forza di piangere. Lo odiavo, quel maledetto borghese che nel libro non si ricorda più dei suoi compagni una volta passata la rivoluzione, contento del suo amoretto da idiota e della sua felicità piccola e gretta. E lo odiavo tanto più perché quell'aria è una delle più belle dell'intero musical - e la Benny SA come mi sento quando la canto-suono!

There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on.
Empty chairs at empty tables
Now my friends are dead and gone.
Here they talked of revolution.
Here it was they lit the flame.
Here they sang about `tomorrow'
And tomorrow never came.
From the table in the corner
They could see a world reborn
And they rose with voices ringing
I can hear them now!
The very words that they had sung
Became their last communion
On the lonely barricade at dawn.
Oh my friends, my friends forgive me
That I live and you are gone.
There's a grief that can't be spoken.
There's a pain goes on and on.
Phantom faces at the window.
Phantom shadows on the floor.
Empty chairs at empty tables
Where my friends will meet no more.
Oh my friends, my friends, don't ask me
What your sacrifice was for
Empty chairs at empty tables
Where my friends will sing no more.


La morte di Jean Valjean è stata alla fine di due ore di pianto continuo. Ha solo prostrato completamente il mio corpo. Sono uscita distrutta. Sono montata sul pulman per Oxford ed è tutto il giorno che ascolto e riascolto, e vedo e rivedo.

Quel musical è un miracolo. Vorrei essere lì per vederlo ad ogni giorno... ma forse la magia è sapere che Enjolras è lì, per me, e che aspetta solo il momento giusto per cantare per me. E io lo seguirò un'altra volta, come sempre, da quasi dieci anni.

Dalla Lower Reading Room della Bodleian Library

Author: Monsieur Henri /

Ebbene, scrivo dalla Bodleian Library ad Oxford. Sono uscita da un'oretta dalla Duke Humphrey's, dove tengono i manoscritti, perché era troppo buio! E' una bella giornata, ora almeno, sembra che ci sia un vago sole.

Allora! Tralasciamo il fatto che mia mamma si era dimenticata di svegliarmi il giorno della partenza, succede, dai, e il fatto che l'Inghilterra mi abbia accolta con un tempo che chiamarlo brutto è fargli un complimento! Sto in una camera nella dependence dell'Exeter College, è un po' fuori città e quindi ho la bicicletta. Sto LENTAMENTE imparando a guidare sulla sinistra, vi assicuro che fare le rotonde al contrario è quasi un'impresa. Per fortuna qui ho già degli amici, in primis Enrico, che mi sopporta e mi sostiene - anche se non beve bah! Che dire? Non faccio una vita movimentata, anche a causa della lontananza da casina, che comunque richiede un buon 10 minuti in bici o mezz'ora a piedi, solo andata ovviamente. Sto quasi tutto il giorno in biblioteca a leggere i manoscritti. Ogni volta che decido di fare l'edizione in un modo, ecco che per miracolo succede qualcosa che distrugge i miei piani. Sigh! Vorrei una buona sana vecchia illuminazione. Anche se tra ieri e oggi è nato qualcosa... almeno nella mia mente! Sono stata ad una bellissima Passione l'altro giorno, c'era qualcosa di magico, sarà stato il canto a cappella che accompagnava la recita, oppure il posto stesso. Perché qui tutto MINIMO è del 1300. I college sono favolosi. Ci credo che sono nati capolavori come il Signore degli Anelli qua. Se non fosse per gli scrupoli che poi avrei starei tutto il giorno a leggere al sole (quando c'è). Però forse è meglio che mi concentri su altro per ora! Il solo grande problema è la cucina. Badate bene, la cucina, non il cibo. A me il cibo inglese piace. Il fatto è che al college c'è una sola cucina, e ognuno ha i suoi piatti/forchette ecc. Però per starci un mese mi sembrerebbe un po' folle comprarmi tutto. Perciò mi arrangio, anche se, a dir la verità, ho una gran voglia di pasta!!
Bene, questo è tutto per ora.
Ah, domani vado a vedere i Miserabili a Londra. Se non mi vedrete più scrivere su questa pagina è perché mi sono sciolta di lacrime, non preoccupatevi.