10 giugno, parte I

Author: Monsieur Henri /

Anche quest'anno è arrivato il giorno malefico, il giorno difficile. Strano, avrei detto che a forza di studiarlo sarebbe diventato un giorno come un altro, ma non è così. Non lo sarà mai. E' una cosa che va oltre la semplice cognizione e comprensione, a volte anche mia. Qualcosa di superiore, di oltre.
Spero sempre che, studiando quelle righe, salti fuori qualcosa di incomprensibile, di magico. Qualcosa che mi dica: "lui è lì, ad Alessandria, vai, guardati intorno, lo troverai". Ma io so benissimo che non è così, e non dovrà essere così.

Non è diverso da quello che mi disse un giorno la Francesca, per un motivo totalmente diverso (o, meglio, sempre per un uomo, ma l'occasione era diversa). Lui è lì, cristallizzato nel momento del suo maggior splendore, i capelli biondi al vento, gli occhi bicolori, lo sguardo che va oltre l'umana conoscenza.

Non è stato così, lo so. So tutti i perché e i per come. So che è il modo come io lo vedo, e non come era veramente.
Se per caso nella mia vita mi capitasse di vederlo, vedere il suo corpo so che rimarrei delusa, e sarei la persona più triste del mondo, e griderei come fa lui stesso secondo Pascoli era miglior pensiero ristare, non guardar oltre, sognare. Il sogno è l'infinita ombra del vero.

Ma non importa la storia o l'archeologia, non oggi. Oggi importa l'immagine che ho di Lui, quella sua voce che non ho mai sentito nemmeno in sogno ma che, spero, mi dice di andare avanti, di sorvolare tutte le difficoltà. Mi dice "scrivi, fammi vivere".

Un tempo, cinque anni fa, il mio sogno era quello di trovare la sua tomba.

Ora, dopo cinque anni, è quello di farlo rivivere, e non con la magia, con la scienza, no, ma con ciò che scriverò, che continuerò a scrivere.

Mondo, io ti offro il mio Alessandro. Sta a te se prenderlo o meno.

Ma il mio Alessandro oggi muore. Oggi, al tramonto, canterò per lui. Oggi, al tramonto, il mio pensiero sarà a lui che andrà.

Oggi, e per sempre in realtà.

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