Perdita

Author: Monsieur Henri /

E' incredibile come, appena le voci si raffreddano intorno a te, tu cominci a sentire quella sensazione opprimente di vuoto, di solitudine, di voglia di piangere. E' morto mio prozio, stasera, era strano perché era l'unico che fosse simile a mio nonno che non ho mai molto conosciuto visto che è morto che io avevo 7 anni. Non lo frequentavo molto, anzi... Però sapere che alle messe in ricordo del nonno ci sarebbe stato, uscire e sentire la sua stretta sulla spalla era quasi rassicurante per me.
Di tutte le cose che potrei ricordare, una soprattutto: il fatto che non mi chiamasse Chicchi, come fanno tutti i miei parenti, ma Cati. Buffo, no? E' la cosa che più ho nel cuore in questo momento. Chissà perché non mi chiamava come gli altri... Gliel'ho mai chiesto? No. E ora non potrò più farlo. C'è una strana sensazione, mi viene da sorridere, anche se sono tanto triste.
Mi viene da sorridere perché credo che lui vorrebbe così, e perché sento la sua stretta sulla sua spalla.
Pioveva, oggi. E mentre aspettavo che mi venissero a prendere per andare a giocare ho lasciato che la pioggia mi bagnasse, che nascondesse le lacrime, e gli ho cantato. Sì, cantato, perché mi ricordo che lui amava sentirmi suonare, mi chiedeva delle mie novità, e io ero contenta... Contenta perché non era mai troppo esibizionista nei miei confronti o troppo menefreghista. No, lui sorrideva, ricordo, e mi diceva: "Cati, allora ti verremo a trovare..."

Zio, la tua Cati ora piange, me lo permetti? Piange perché non potrebbe fare altro... Lasciala sfogare, almeno per poco, e poi ritornerà a sorridere, e a suonare, come volevi tu.
Ti voglio bene, zio. E canterò per te quando tu vorrai, non avrai che dirmelo, io lo sentirò, te lo giuro.
Mi manchi, zio... Mi manchi già.

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