Lettera ad un amico

Author: Monsieur Henri /

Caro Munz,

Ci sono giornate in cui le cose dovrebbero per forza andar bene. Insomma, voglio dire... era pur sempre la mia festa, con i miei amici, e la pizza, e la torta, e tutto quanto, i regali (bellissimi!), le stelle, l'alcol (fiumi d'alcol), eccetera...

Ma è inutile. A volte quel tipo di giornate passano, seppure con le risate, con un magone addosso che è inutile sperar di togliere, nemmeno con tutte le candeline e con i regali del mondo.

Perché non c'è molto da dire... dire che mi dispiace per il Munz è cosa ovvia e banale. Non è giusto! Lui è sempre così solare, e allegro, sempre pronto a farsi in mille per tutti, spontaneo, manifesto nei suoi sentimenti. Ci conosciamo praticamente da otto anni secondo me. E' stato vicino a me in molte occasioni, in una soprattutto che mi aveva parecchio turbato, ma soprattutto è veramente sempre lì per te. A fare lo stupido, ad ascoltarti, a volerti semplicemente bene.

E allora non è giusto! Non a lui!

Perché mi chiedo se tornerà quello che era, mi chiedo quanto io possa essere d'aiuto in questo momento. Che cosa posso dargli? Chissà quante volte, oggi, ha sentito le parole che gli ho scritto per messaggio, e cosa le differenzia da quelle di qualcun altro? Io spero che abbia capito con quanto affetto gliele ho scritte. Perché è vero, io gli voglio bene, tanto bene! Mi fa così piacere stare con lui!! E spero solo di poterlo stare ancora.

E poi c'è il solito fattore 'padre'+'cuore'. Se ci penso, io non ricordo veramente bene quel periodo, quasi quindici anni fa. Ricordo quella sera, questo sì, e il giorno dopo a scuola, e poi quando era venuta la nonna a tenermi insieme alla pro-zia, e l'ultimo giorno, a Bologna. Ma non ricordo chiaramente nessun altro episodio. Però dev'essere rimasto tutto dentro, come un dolore che bolle in pentola per anni, come qualcosa che non è mai stato totalmente superato. Perché è venuto fuori alla morte del padre della Francy, è venuto fuori quando papà è stato operato questo inverno ed è venuto fuori adesso. E' come un'ossessione, una paura senza fine, il terrore che allora avrebbe potuto essere qualcosa di diverso, e che quel qualcosa di diverso si ripresenti.

E mi sento egoista in questo pensiero. Perché ora cosa starà facendo il Munz? A cosa penserà? Come sarà questa notte orribile? E io ho il coraggio di pensare a me...

Però vorrei che lui sapesse che quelle parole sono vere. Che io gli sono davvero vicino, e che tutta la festa del mondo non è stata e non sarebbe mai stata la stessa senza di lui e sapendo che lui sta male.

Non ti auguro la buonanotte, Munz, perché so che non sarà buona. Ma ti auguro solo di sentire quanto bene ti voglio e ti vogliamo. Ora soprattutto, ma sempre.

Un bacione, Munz. E ricordati.

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