28 gennaio 1794

Author: Monsieur Henri /


Troppo tempo è passato dal mio ultimo post, troppo tempo che è difficile riassumere, anche perché me ne sono capitate mille! Prima di tutto, i miei 22 anni (lo so, non è un numero chissà che, ma è comunque un numero), poi la vacanza in Macedonia, la cosa più emozionante che abbia mai provato, la Laurea il 19 ottobre, la FESTA di laurea (e quella te la raccomando), e ora Paris! Paris in Erasmus, una cosa che è completamente diversa da quella che pensavo, sotto certi aspetti deludente, sotto altri superba. Ma credo che ne parlerò un'altra volta, facendo un post per ognuno. Ora è di un'altra cosa che voglio parlare.

Il mio secondo post di questo blog parlava di Henri de La Rochejaquelein. Il fatto che io mi firmi Monsieur Henri è un omaggio a lui. E ancora una volta desidero parlarne. Perché il 28 gennaio era l'anniversario della sua morte. E quando l'orologio ha mostrato le 0:00 di quel giorno, ho come sentito un peso enorme al cuore, un dolore lancinante, una tristezza che non era umana. Piangevo, guardando la luna, guardando questo suolo di Francia su cui lui è vissuto ed è morto, guardando la sua immagine. E' così doloroso, tutte le volte, fa male! E so che è tutto estremamente irrazionale, ma non può essere diverso. Mi sono vestita in nero, e sono stata male tutto il giorno, sempre la sua ombra davanti agli occhi, il momento della sua morte, il suo corpo fatto a pezzi perché non venisse riconosciuto... e lui, sempre così bello... sempre più mio. E' come se stare in Francia ci avvicinasse di più. Non mi parla, non lo fa mai, in sogno, ma io lo sento vicino, sì, lo sfioro, è mio. E sono gelosa se qualcuno osa nominarlo, anche se è un po' come rendere vera la sua persona, come vederlo ancora più vivo. Ho fatto un exposé su Hugo e 93, e ho parlato di lui, sì, finalmente, davanti ad altri che sapevano chi fosse, era un'emozione mai provata prima.

E so bene che il mio dolore è follia. So che non ha senso. Ma perché dovrebbe averne? A me sta bene così. Ho scritto un racconto su di lui, pubblicato sulla Torre, ho pregato Dora di farlo uscire proprio il 28, e così è stato. E Henri ha parlato ancora una volta. E io ero lì, e lui era mio.

Per sempre, Henri. Per sempre.

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