Dov'è la mia piccola? Che compleanno è questo, senza di lei? Lei che dormiva sulle mie coperte, e che mi graffiava, e che mi faceva le fusa. Lei che si faceva aprire la porta all'alba perché le andava così, e nulla poteva discutere su questa sua convinzione. Lei che si infilava nei miei vestiti e che mangiava dal mio piatto. Dov'è la mia piccola? Se n'è andata tra le mie braccia, tre giorni fa, sì, teneva il musino sul mio polso come faceva sempre quando dormivamo insieme, ed era buona, tranquilla, teneva persino le orecchie in su e agitava appena la coda. E io le cantavo. Le cantavo Don't Cry for me Argentina, e poi I Dreamed a Dream, e poi ancora On My Own. E' stato sulle note di questa canzone, mentre dicevo "I love him" che ha singhiozzato e se n'è andata. Non respirava più.
Non riesco a dire quanto dolore io stia provando da allora. Non voglio dirlo. Non credo se ne andrà mai più.
Dopo sedici anni mi ha lasciata sola, ha aspettato me ad andarsene, credo, perché avrebbe potuto farlo il giorno prima che io non c'ero. Ma ha voluto aspettare me, e addormentarsi come faceva sempre tra le mie braccia.
Le ultimi immagini che ho di lei dovranno essere cancellate dal tempo. Non voglio ricordare quel corpo ormai scheletrico e freddo, non voglio ricordare quegli occhi aperti. Sì, se n'è andata con gli occhi aperti, quegli occhi che io amavo tantissimo, quasi a ricordarmi che loro mi guarderanno sempre, in ogni momento.
Mi manca, mi manca così tanto che mi sento di scoppiare. Avrei creduto che non se ne sarebbe mai andata, che ci avrebbe seppellito tutti. E lei è la prima a non essere stata seppellita, l'abbiamo fatta cremare, all'inizio non volevo, non potevo tollerare che il suo corpo se ne andasse per sempre, che non ci fosse un posto dove andare a posare un fiore. Ma mi sbagliavo, perché ora è nel vento, e il posto in cui poso il fiore è il mio cuore.
La sento ancora andare avanti ed indietro, era tanto silenziosa che a volte mi dico "ma magari si sta nascondendo da qualche parte". Questo era lei, silenziosa, discreta, ma ti sapeva dare un affetto come nessun altro. Sapeva quando era il momento in cui avevamo bisogno di lei e sapeva quando starsene da parte. Credo avesse capito che era un periodo molto difficile per noi, tra la malattia di mio padre, la mia tesi, la tensione per Oxford, e che abbia aspettato che tutto si fosse sistemato per andarsene come una vera signora, senza obbligarci a farle qualche puntura. Sì, ha deciso lei quando e come, ne sono sicura.
Quando è morta ero seduta per terra, e la stanza sotto era la mia camera. Nel punto in cui sedevo, sul soffitto, c'era Andromeda. Ora, sarà un caso, ma dalla sua morte ho in testa una canzone dei Nightwish che in una strofa proprio così dice: "Passed away in silence / The flute from the realm unseen / Empties its heart / Making love to me / With its enchanting melody. / Light of Orion, / Shadow of Andromeda, / Call of the dancing Universe. / Their love I must enter / Before thou can blame my soul / That is peace". Sarà un caso, certo. Però ora so dove guardare in alto, e sono sicura che ci sarà una nuova stellina che mi proteggerà per sempre.
Per ora, comunque, continuo a cercarla, e non c'è. Non c'è, e sono ombre quelle che vedo. Anche il suo campanellino non suona più, anche se è così facile sentirlo. E le sue zampe non percuotono più il pavimento.
Mia mamma piangendo diceva che ora Ciffo sarà sola, nel buio, ma si sbaglia, è un gatto, nel buio ci vede benissimo. Siamo noi che siamo ciechi senza di lei, e non riusciremo mai più a trovare quell'affetto che nel suo silenzio ci dava.
Amore mio, mia piccina, non ti dico addio. Non l'ho detto al tuo corpo quando te ne sei andata, non ho voluto guardarti un'ultima volta, che cosa avrei visto, se non gli effetti della morte? No, non ti dico addio, perché sarebbe dire addio ad una parte di me, una parte grande, una parte che non si cancellerà mai. Mi manchi da morire, scambio le ombre per te, e benché sappia che tu non avresti voluto queste lacrime - tu odiavi l'acqua - io continuo a versarle, ogni istante. "Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi..." dice una canzone famosa. Ed è vero.
Vieni da me stanotte, amore mio. Come hai fatto per sedici anni passeremo la notte del mio compleanno insieme.
2 commenti:
Credo di aver già detto tutto il dicibile a riguardo e, in questo commento, non ho intenzione di scrivere frasi lacrimevoli o altro... non è il caso, non adesso.
Ma lascio che siano altri a parlare per me, altri non meno lacrimevoli, per carità, ma che hanno saputo esprimere con parole migliori e con scene che resteranno per sempre nel cuore le uniche cose che ci sono veramente da dire...
"E ora, Draco, senza di te come faremo, a chi ci rivolgeremo?" "Alle stelle, Bowen... alle stelle..." E quando le cose diventavano più difficili, la stella di Draco brillava più forte, per noi che sapevamo dove guardare... (Dragonheart)
"Simba, lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me. Guarda le stelle. I grandi Re del passato ci guardano da quelle stelle."
"Davvero?"
"Sì. Perciò quando ti senti solo, ricordati che quei Re saranno sempre lì per guidarti. E ci sarò anche io..." (Il Re Leone)
A presto, piccola Presenza.
Anche tu sei tra le stelle a guidarci ed aspettarci, ora, ne sono certa.
Mi dispiace tanto...per quello che può valere ancora, ti sono vicina. Penso di esser stata io a battezzarla "La presenza", ma non ricordo bene, è passato tanto tempo e le nostre strade si sono separate. Ma ricordo ogni cosa di lei e di te con lei e conservo gelosamente queste memorie nel mio cuore. Un giorno accadrà anche al mio Orione e tremo al solo pensiero. Quando amiamo i nostri animali, i nostri gatti, è come se amassimo dei fratelli, dei figli, amici che restano, malgrado il tempo che scorre, fino alla fine dei loro o dei nostri giorni. E' un sentimento purissimo che resterà intatto, benchè doloroso, e non ti abbandonerà mai.
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